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GIOIELLERIA FASSINA S.A.S. DI RICCARDO FASSINA & C.
Corso Strada Nuova, 49/51 – 27100 PAVIA
tel. 0382.24789 – Pec: gioielleriafassina.sas@pec.it
Settore: Commercio
Iscritta al Registro Imprese Storiche Italiane – anno 2011
Pavese
Almeno dal 1883 Angelo Fassina aveva bottega
in Pavia, in Corso Vittorio Emanuele, angolo via
Zecca, “dirimpetto al Mercato coperto”, dove il
“fabbricatore in oreficerie e gioiellerie” produ-
ceva e “accomodava” oggetti in oro e argento.
Preziosa testimonianza di tali informazioni è
una ricevuta d’acquisto di gioielli, a nome di
Evaristo Volpi, con importo di £ 36.800, scritta a
mano su carta intestata, con marca da bollo da
5 centesimi e datata 16 giugno 1883. Pavia
Si dedicò a questa attività anche il fratello di
Angelo, Eugenio. A Eugenio succedette, sino agli
anni Ottanta del Novecento, il figlio Piero,
padre dell’attuale titolare, Riccardo Fassina.
L’oreficeria fu trasferita nella sede attuale, pres-
soché di fronte al negozio originario, negli ulti-
mi anni del XIX secolo, nella prestigiosa sede del
Palazzo Arnaboldi Gazzaniga, architettura tute-
lata dal Ministero dei beni culturali dal 1981.
Gli interni della gioielleria
L’arredamento è ancora quello originale: “mobili bruni e intarsiati in legno massiccio si alternano a
scintillanti cristalli confondendo contenitori e contenuti, fra argenti luminosi e bagliori aurei, in una gara
di antica eleganza, alla quale sovrintende l’acciaio della massiccia cassaforte. Proprio la cassaforte è […] in
primo piano, nella sala di incontro con i clienti, quasi ad esibire una garanzia di sicurezza e di affidabilità.
Il vecchio arredo presenta anche autentiche rarità tecniche e funzionali, come i cancelletti che,
discretamente, […] suggeriscono ai clienti un divieto ad accedere nello spazio posteriore […]. Le antiche
vetrine erano una sorta di armadio interno spostato sulla soglia […]. Ogni giorno venivano ricollocate per
la funzione pubblica e ogni sera ritirate, in zona protetta […]. Questo movimento fu razionalizzato con
Botteghe Lombarde.
armadi montati su ruote che scorrevano su piccole rotaie inserite nel pavimento” (
I negozi storici di rilievo regionale, Regione Lombardia, La Compagnia della Stampa 2008, p. 132).
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Corso Strada Nuova, 49/51 – 27100 PAVIA
tel. 0382.24789 – Pec: gioielleriafassina.sas@pec.it
Settore: Commercio
Iscritta al Registro Imprese Storiche Italiane – anno 2011
Pavese
Almeno dal 1883 Angelo Fassina aveva bottega
in Pavia, in Corso Vittorio Emanuele, angolo via
Zecca, “dirimpetto al Mercato coperto”, dove il
“fabbricatore in oreficerie e gioiellerie” produ-
ceva e “accomodava” oggetti in oro e argento.
Preziosa testimonianza di tali informazioni è
una ricevuta d’acquisto di gioielli, a nome di
Evaristo Volpi, con importo di £ 36.800, scritta a
mano su carta intestata, con marca da bollo da
5 centesimi e datata 16 giugno 1883. Pavia
Si dedicò a questa attività anche il fratello di
Angelo, Eugenio. A Eugenio succedette, sino agli
anni Ottanta del Novecento, il figlio Piero,
padre dell’attuale titolare, Riccardo Fassina.
L’oreficeria fu trasferita nella sede attuale, pres-
soché di fronte al negozio originario, negli ulti-
mi anni del XIX secolo, nella prestigiosa sede del
Palazzo Arnaboldi Gazzaniga, architettura tute-
lata dal Ministero dei beni culturali dal 1981.
Gli interni della gioielleria
L’arredamento è ancora quello originale: “mobili bruni e intarsiati in legno massiccio si alternano a
scintillanti cristalli confondendo contenitori e contenuti, fra argenti luminosi e bagliori aurei, in una gara
di antica eleganza, alla quale sovrintende l’acciaio della massiccia cassaforte. Proprio la cassaforte è […] in
primo piano, nella sala di incontro con i clienti, quasi ad esibire una garanzia di sicurezza e di affidabilità.
Il vecchio arredo presenta anche autentiche rarità tecniche e funzionali, come i cancelletti che,
discretamente, […] suggeriscono ai clienti un divieto ad accedere nello spazio posteriore […]. Le antiche
vetrine erano una sorta di armadio interno spostato sulla soglia […]. Ogni giorno venivano ricollocate per
la funzione pubblica e ogni sera ritirate, in zona protetta […]. Questo movimento fu razionalizzato con
Botteghe Lombarde.
armadi montati su ruote che scorrevano su piccole rotaie inserite nel pavimento” (
I negozi storici di rilievo regionale, Regione Lombardia, La Compagnia della Stampa 2008, p. 132).
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